Il territorio
Lo sviluppo urbanistico
Nell'immediato dopoguerra (1945) e fino a poco prima che iniziasse il vertiginoso e caotico sviluppo edilizio, al quale certamente non corrispose nè un'adeguata crescita socio-culturale nè un effettivo progresso turistico ed economico, la città presentava una netta ripartizione urbanistica in quattro agglomerati comunemente noti come: "A Santa Cruci", la parte più nuova, "I Fossa", "A Vanedda Longa" e l'antico centro storico denominato"N'ta Capaci" ma meglio conosciuto come "Congo", attributo con il quale si sono voluti evidenziare in modo burbero certi particolari aspetti di carattere culturale ed economico e talune caratteristiche sociali ed ambientali di quel rione che nella realtà era profondamente diverso da come lo si potesse immaginare. Era un mondo a sè stante, un microcosmo pieno di contraddizioni, d'ignoranza e di miseria ma attivo e laborioso, dominato da secolari pregiudizi e condizioni di vita disumane, da sofferenze, sacrifici e rinunce, da emarginati e da emigranti ma avverso a qualsiasi forma d'ingiustizia, di prepotenza e di soppruso e capace di slanci generosi.
In ordine alla prima partizione una breve riflessione crediamo sia d'obbligo: in un recente passato il rione “A Santa Cruci” era sinonimo di "Contrada Filuppeddu” (dal soprannome di uno dei proprietari, Filippo Di Maggio), quasi un luogo di culto assai caro ai più anziani nella cui memoria rivivono ancora appassionati tornei di calcio, di bocce e di carte. Là ove un tempo tra mandorli, carrubi ed olivi i verdi pascoli si protendevano su per i dolci pendii del “Raffo Rosso” ora il cemento con il suo grigiore stende un velo d’oblio anche sui ricordi.
Oggi la Città risulta completamente trasformata ed anche la gente non è più quella di un tempo, semplice, buona e altruista. Sono venuti a mancare taluni valori che erano alla base della convivenza civile, religiosa e morale con gravi ripercussioni anche sulla famiglia. Forse siamo cresciuti troppo in fretta. Ai vecchi quartieri del dopoguerra si sono aggiunti nuovi agglomerati di gente di varia estrazione sociale e culturale, proveniente da ogni parte dell'Isola, dall'Italia ed anche dall'Estero. Ed intanto che il paese cresceva vertiginosamente con tanti nuovi problemi, la società, chiaramente affetta da crisi d'identità, scontava i mali di una politica di deresponsabilizzazione collettiva mentre tra la gente veniva meno la forza dei sentimenti e degli affetti. Per fortuna il tessuto sociale continua a mantenersi fondamentalmente integro e la cittadina mostra di avere ancora le carte in regola per affrontare con generoso e rinnovato vigore la sfida del nuovo millennio.
Lo sviluppo urbanistico si estende in due direttrici: la prima, in senso est-ovest, corre parallelamente alla SS.113 ove si affacciano i quartieri abitativi più antichi, compreso il centro storico; la seconda, relativamente più recente, individua l'attuale Viale Kennedy che traccia una linea obliqua in direzione del mare ove insistono i quartieri di costruzione recente (dagli anni '60 in poi). La principale linea di espansione resta tutt'ora quella segnata dalla SS.113 mentre il confronto tra la cartografia rilevata alla fine degli anni '60 e i rilievi planimetrici effettuati in data più recente indica in modo chiaro che l'abitato si è esteso dapprima verso le coste di Pizzo Moletta e Costa Mastrangelo per svilupparsi solo in un secondo tempo verso il mare.
Contemporaneamente si è assistito all'insediamento di complessi di edilizia residenziale di tipo stagionale in aree extraurbane, quali il Villaggio Sommariva, in Contrada Luogo Grande, ed il Villaggio Leone, in Contrada Ciachea.
Il territorio è attraversato, in senso est-ovest, dalla ferrovia Palermo-Trapani e dall'autostrada A29 Palermo Punta Raisi-Mazara del Vallo che corrono parallele poco più a sud della linea di costa e costituiscono attualmente le principali vie di comunicazione tra il Capoluogo di Provincia e l'estremità occidentale dell'Isola.
Il collegamento interno è, invece, assicurato da una efficiente rete viaria che si sviluppa, con sufficiente capacità e ricettività, su una lunghezza di circa 150 Km. in parte su zone pianeggianti ed in parte su dolci declivi e non presenta significativi dislivelli di quote tranne nei pendii di Contrada Raffo Rosso e Zercate; strada, quest'ultima, che sale, però, senza affanno in larghe rampe fin oltre Portella Susinna e rappresenta, tra l'altro, l'unico nodo di comunicazione interna con il Villaggio Sommariva.
Nella parte storica la viabilità conserva tutt'ora l'originale impianto ottagonale sorto in perfetta sintonia con la struttura della Chiesa Madre.
Altra peculiarità di quest'area è rappresentata dalla larghezza contenuta delle strade, tutte ugualmente appaiate, che si incrociano e si rincorrono in una sorprendente simmetria di linee fino a generarne due di straordinaria rilevanza longitudinale. Si tratta delle vie denominate "A Vanedda Longa", l'attuale Via Francesco Crispi, e "A Ravanedda", ovvero Via Abate Meli. Ma quello che più colpisce è la loro perfetta funzionalità che ben si addiceva alle necessità di allora e che, con le dovute considerazioni, ottimamente risponde alle esigenze dei nostri tempi.
La viabilità nel resto della città segue, fin agli inizi degli anni '50, la configurazione originaria migliorando in ampiezza ma trascurando purtroppo l'esigenza di un ampio spazio pubblico adibito a piazza. Inizia poi un periodo nel quale le strade divengono sempre più strette e le costruzioni sempre più alte mentre una vera e propria muraglia in terra e cemento (l'autostrada) viene eretta in nome di un falso progresso tra la città e il mare, compromettendo forse definitivamente la valorizzazione e lo sviluppo della zona balneare che avrebbe potuto costituire la più importante risorsa economica e garantire un buon livello occupazionale. Restano, inoltre, penalizzate alcune aree di recente espansione residenziale dove più che la mancanza di uno strumento urbanistico poterono la speculazione e l'abusivismo. Tuttavia la fitta rete stradale riesce a supportare talune deficienze e ad assicurare la copertura di tutto il territorio con un servizio di collegamento più che dignitoso.