Costume e Società
Tradizioni, Usi e Costumi: L'Arte Culinaria
La cucina locale riflette con piccole varianti quella nota semplicemente come cucina siciliana. Dall’incrocio di varie culture
e tradizioni che si sono susseguite nei secoli, da quella araba alla nordica
fino alla spagnola e perfino a quella svizzera, si è formata una scuola
culinaria di assoluto prestigio che spazia tra il dolce ed il salato con
una
varietà di gusti e di colori straordinariamente seducenti. E’ così che sono nati i classici
dolci siciliani ed è così che Capaci ne ha ereditato le
singolari caratteristiche legandole alle diverse tradizioni locali: il
Cannolo (foto a sinistra) e la tipica
Cassata (foto a destra), tra frutti canditi e pan di spagna immersi in un mare di crema di
ricotta e un pizzico di cioccolata, classicamente abbinati alle maggiori festività; la mitica
pasta di mandorle (martorane), ottimo
dolce legato per consuetudine alla festa di Ognissanti e dei Morti, anche se ormai lo
si trova in tutti i periodi dell’anno; ancora, il buccellato, dolce per
eccellenza di antica
tradizione natalizia a base di fichi secchi e mandorle tostate e/o di noci sgusciate; per finire col classico
gelato artigianale, noto e
diffuso in tutta Italia ma unico nei suoi gusti in Sicilia e,
fino a qualche decennio fa, uno dei simboli più esclusivi della festività patronale
nella variante del “pizzetto” o “pezzo d’uro”, un amalgama di
squisiti sapori e di fantastici colori sapientemente ornato di canditi,
mandorle e nocciole.
Appartengono alla più alta tradizione locale, anche se più tipicamente casalinghe, alcune altre varietà pasticcere le cui caratteristiche sono simbolicamente legate alle più sentite ricorrenze festive dell’anno e di cui riferiamo doverosamente nei loro relativi abbinamenti consuetudinari in questo stesso capitolo.
Sul piano dei
primi piatti troneggiano le classiche
pasta con le sarde (foto a sinistra), coi ricci di mare o col nero di seppia per giungere ai
più elaborati anelletti al forno (una sorta di sformato di pasta tipica
siciliana con
ingredienti vari animali e vegetali); passando magari per il classico
sfincione (equivalente palermitano della pizza napoletana, arricchito da
cipolle, acciughe e caciocavallo) o la caponata di melanzane; e ancora i
grandi arancini, che nel palermitano assumono il nome di “arancine”, o le
classicissime panelle e
crocché.
Tra i secondi piatti è ancora più ricca la gamma di pietanze. A base di pesce vengono preparati: le famose sarde a beccafico (foto a destra), calamari ripieni, involtini di pesce spada, triglie con salsa di menta, insalate di mare e chi più ne ha più ne metta! Ricca anche la cucina a base di carni; tra involtini e rollò ripieni di qualsiasi ingrediente od intingolo, passando per le fantasie dei tritati anche di carne di maiale.
Nel segno della tradizione
Nel rispetto della migliore
tradizione dolciaria artigianale locale, Domenica 9 Marzo 2008, in Corso Domenico Sommariva,
davanti l'Antica Pasticceria Longo, ha avuto luogo la
Sagra
della Cassata, una singolare manifestazione che nella sua
prima edizione ha suscitato un
notevole interesse per la sua eccezionale realizzazione. Il dolce si presentava
infatti in proporzioni da guinnes dei primati: un diametro di mt. 1.85, uno
spessore di 18 cm. ed un peso netto di 310 kg. circa. La sua esecuzione ha
impegnato la manodopera specializzata di cinque pasticcieri e richiesto oltre
cinque ore di
lavoro consecutivo. Citiamo ben volentieri i nomi dei suoi realizzatori:
Giuseppe Vassallo, inteso “Sei pezzi”, Giuseppe Cataldo, il titolare; Maurizio
Vassallo, noto come “L’avvocato”; Vincenzo Serafino da Palermo; Angela
Porcelli da Palermo e la collaborazione di Erasmo Cataldo.
Ed ecco gli ingredienti impiegati:
- ricotta ………. …... Kg. 220
- pan di spagna …... …. Kg. 35
- pasta reale …….. ..….. Kg. 2
- canditi …………... …. Kg. 20
- zucchero fondente ..… Kg. 30
Un plauso particolare va al suo ideatore nonché supervisore: Franco Cataldo, co-gestore di uno dei più antichi e rinomati esercizi di bar-pasticceria-rosticceria fondato nel 1896 e lasciato in eredità nel 1981 dal nonno materno Erasmo Longo, inteso “U zu Raziu Saracinu”. Con passione e intraprendenza egli ha voluto realizzare un sogno da qualche anno custodito gelosamente nel cassetto: attuare l’ambizioso progetto nel nome della qualità e dell’eccezionalità.
La Sagra ha riscosso una entusiastica partecipazione di pubblico e conseguito un lusinghiero successo con l’auspicio che la prossima edizione possa riservare una sorpresa ancora più grande: quella di battere ogni record al riguardo, a testimonianza dell’alto grado di professionalità raggiunto dai nostri pasticcieri e nella consapevolezza che l’attività artigianale locale continuerà a tenere alto, a memoria delle future generazioni, il valore ed il prestigio delle nostre più belle tradizioni; una caratteristica particolare, questa, delle arti e dei mestieri nostrani mantenutisi costantemente all'avanguardia in ogni tempo.