Costume e Società

Tradizioni, Usi e Costumi: il culto per il Santo

       Le notizie sulla  nascita e lo sviluppo del culto di Sant'Erasmo in questa Città sono vaghe e prive di riferimenti orali o di testimonianze scritte. Don Antonino Monteleone, Arciprete Parroco della Chiesa Madre dal 1963 al 1975, ne attribuì l'introduzione ai componenti della famiglia Beccadelli-Bologna, fondatori della Città e notoriamente molto devoti al Santo. Ma la notizia appare destituita di ogni fondamento dal momento che in nessun altro feudo o podere di proprietà della nobile famiglia esistono chiese o altari che ne richiamino qualche memoria. Sembra, invece, doversi prediligere l'ipotesi che ad introdurne il culto agli inizi del XVI secolo siano stati i pescatori di Capaci i quali, da esperti uomini di mare e fidando sulle proprie ben note barche dette "le capaciote", a volte si spinsero a pescare fin sulle coste del Lazio e della Campania dove, proprio in città portuali quali Napoli, Formia e Gaeta, la devozione verso il Santo era molto diffusa. E' infatti fin dal 917, anno del ritrovamento delle sue reliquie nascoste alla base di un pilastro della Chiesa di Santa Maria del Parco nella Città di Gaeta, che il suo culto, evolutosi in seguito a numerosi miracoli e prodigi, ebbe una così vasta risonanza da approdare persino a Roma dove, sul Colle Celio, in suo onore fu edificata una Basilica che divenne ben presto meta di grandi pellegrinaggi.

       La vita del Santo è sospesa fra storia e leggenda poichè non esistono fonti documentate che narrino con certezza gli eventi della sua esistenza terrena. Ciò che è certo è che egli è nato nel III secolo dopo Cristo ad Antiochia ed è morto martire a Formia nel 303, in seguito alle persecuzioni di Diocleziano.

       Sant'Erasmo era annoverato tra i cosiddetti "Quattordici Santi Ausiliatori", veneratissimi in Europa dal XV al XVI secolo, quale patrono dei marinai e della gente di mare nonché protettore dei malati di stomaco. Sotto il suo nome vanno quei fenomeni atmosferici, noti come "Fuochi di Sant'Erasmo" (o di "Sant'Elmo", com'era conosciuto in Spagna), consistenti in scariche elettro-luminescenti generate dalla ionizzazione dell'aria secca poco prima dell'arrivo di un temporale di mare. Essi si manifestano tra le sartie dell'albero maestro sotto forma di bagliori brillanti, bianco-bluastri, o di fuochi dai getti doppi o tripli. La loro comparsa veniva considerata di buon auspicio dai naviganti. Secondo la leggenda, quando il Santo venne arso vivo, sulla cima del rogo apparve una fiamma bluastra, ritenuta dai presenti l'anima del Santo che si innalzava in cielo.

       Il sentimento di venerazione in questa comunità nei riguardi del Santo fu molto intenso fin dall'inizio tanto che si consolidò in breve tempo e nel 1583, come risulta dall'archivio storico dell'Arcidiocesi di Mazara del Vallo (da cui in quel tempo dipendeva Capaci), venne fondata ed a Lui dedicata una nuova Parrocchia. Questa si aggiunse a quella già esistente in onore della Vergine del Rosario creando così una situazione alquanto inusuale per una città che contava allora poche centinaia di anime.

       E' probabile che la proclamazione del Santo a Patrono della Città sia avvenuta nello stesso anno dal momento che risale a quel periodo l'incarico dato a perenne devozione dalla famiglia Beccadelli-Bologna allo scultore Gagini di Palermo di eseguire una statua artistica del Santo che tutt'ora troneggia splendidamente nella navata destra della Chiesa Madre.

       Sullo sfondo una pregiatissima tela risalente a quell'epoca ed attribuita allo stesso Gagini che riproduce la drammaticità del martirio di Sant'Erasmo: una vera e propria opera d'arte dal valore inestimabile.

     Nei primi anni del '600, l'Arcipretura di Capaci, con l'approvazione della Curia di Mazara, istituì a suo nome una Congregazione con il benefico scopo di assistere gli ammalati ed i bisognosi ed il compito di predisporre anzi tempo i preparativi per la solennizzazione della festa in suo onore il 2 giugno di ogni anno. L'Associazione fu tra le più ricche e importanti del paese insieme a quelle più antiche del Santissimo Sacramento e della Vergine del Rosario. Appare perciò inspiegabile il suo improvviso scioglimento avvenuto nel 1866.

     Nel 1740 Sant'Erasmo assurse a nuovi fasti: il Conte Ignazio Pilo e Calvello volle, infatti, che la Chiesa Madre fosse riedificata, ampliata e consacrata proprio a Lui nonostante il parere contrario del clero che avrebbe voluto il nuovo edificio dedicato all'antica Patrona, la Madonna del Rosario.

       Secondo fonti documentali risalenti al 1613 e ad anni successivi, custoditi nell'archivio dell'arcidiocesi di Mazara del Vallo, la statua del Santo in origine è stata realizzata in legno dorato. Verso la fine dell'800 si sono resi necessari diversi interventi decorativi che, però, le hanno conferito una fragile struttura policroma in gesso e telacolla, Altre vicissitudini, compreso un tragico incendio che l'hanno interdetta alla venerazione dei fedeli dal 1920 al 1970 per i gravi danneggiamenti riportati, nel 1989 hanno richiesto ulteriori restauri fino a quello recentissimo del 2015 che le ha restituito il suo antico splendore aureo.    

       Nelle raffigurazioni iconografiche il Santo viene variamente rappresentato. Ma l'immagine più comune è quella che lo raffigura nelle vesti di Vescovo, quale Egli fu in quel di Antiochia di cui era anche natìo, con la mitra sul capo ed il pastorale nella mano destra. Talvolta il pastorale è sostituito da una barca o una nave (protettore dei marinai) oppure da un argano con un cavo attorcigliato nelle sue viscere (simbolo del martirio sofferto).

     Importanti raffigurazioni di Sant'Erasmo si trovano in Vaticano, nella Pinacoteca, in cui è custodita una bella tela del XVII secolo opera di Nicolas Poussin, e nell'Abbazia londinese di WestMinster, nella Pinacoteca di Monaco e nel Castello di Tournai.

     Le opere più rappresentative riguardanti il Santo sono conservate naturalmente nella Città di Gaeta della quale fu proclamato Patrono fin dal tempo del ritrovamento delle sue reliquie nella locale Chiesa di Santa Maria. In suo onore furono coniate monete con la sua effigie mentre il 3 febbraio 1106 la Cattedrale venne consacrata dal Papa Pasquale II alla SS. Vergine Maria ed allo stesso S.Erasmo.

       Fra le opere più note custodite nella Cattedrale citiamo il bellissimo candelabro nel quale sono scolpiti 24 pannelli riproducenti scene della vita del Santo.

     Oltre che di Gaeta Sant'Erasmo è Patrono di Formia, Santa Margherita Ligure, Roccagorga (LT), Napoli e Reitano (ME) nonchè di Capaci. Ma il suo culto è presente a Roma, Alghero, Venezia, Pistoia ed in numerose altre città. Infine, grazie agli emigrati, è conosciuto e venerato anche nelle Americhe e nel Nord Europa.